POCUS:

Quando si effettua un blocco del plesso cervicale, il blocco del nervo frenico è praticamente inevitabile. Di solito non vi sono conseguenze, in ogni caso consigliamo l’utilizzo di anestetici a breve durata di azione, bassi volumi (8-12 ml) e possibilmente la valutazione ecografica della funzionalità diaframmatica controlaterale, così come mostrato nel video che segue.

“L’uso della sonda ecografica nell’anestesia loco-regionale può non limitarsi alla individuazione del plesso nervoso target ma essere di complemento per discriminare eventuali effetti collaterali del blocco ed ancor più, per fare una valutazione del paziente prima di eseguirlo. Il caso tipico è quello di un paziente candidato ad artroscopia di spalla. Intervento e anestesia plessica ormai di assoluta routine. Blocco effettuato con levobupivacaina 0.50 % 15 ml a livello interscalenico e 8 a livello sopraclaveare. Effetto anestetico assolutamente ottimo, con completa immobilità dell’arto, la paziente, nota bene, non ha riferito alcun disturbo soggettivo durante l’intervento della durata di circa 45 minuti.

Ma andiamo a vedere come si comporta il diaframma.

Qui la constatazione che l’emidiaframma è completamente bloccato. Non è una sorpresa, perché sappiamo che anche nel blocco più accurato, anche quello del tronco superiore del plesso brachiale, la percentuale di

interessamento del nervo frenico è alto, ma col blocco del plesso cervicale, si può considerare del 100%.

Nel breve filmato allegato possiamo vederne l’evidenza ecografica. Qualcuno dirà, che utilità? Forse nessuna, ma una sonda passata sulle basi polmonari e la conferma della motilità diaframmatica bilateralmente prima dell’esecuzione del blocco, può metterci al riparo da eventuali spiacevoli sorprese dovute a patologie misconosciute.”